MAMMA AMICA / Bino e Bina

Bino e Bina

C’era una volta, in un luogo lontano, un bosco incantato. In un angolo del bosco, vicino ad un grande albero, si trovava un fungo. Lì dentro vivevano due piccoli folletti di nome Bino e Bina. I due fratellini erano tanto tristi perché il vento magico della strega Blumilde aveva trascinato via i loro genitori, fin sulla cima di un’alta montagna. Ma Bino e Bina erano folletti coraggiosi e avevano deciso di affrontare il bosco per andare alla ricerca di mamma e papà.

Così, una mattina, raccolgono qualche provvista e intraprendono il viaggio verso la montagna. Partono con il sorriso ma non è facile affrontare il bosco con tutti i suoi pericoli. La giornata trascorre, dopo lunghe e faticose camminate e arriva la sera. Il cielo diventa cupo e viene giù la pioggia. Bino e Bina si sentono scoraggiati e impauriti e non sanno dove ripararsi. Hanno i piedi stanchi e le scarpe inzuppate. E le provviste sono finite.

Per fortuna incontrano sulla strada una buffa formica blu, tutta indaffarata a portare un sacco di provviste per l’inverno.

“Ciao, signora formica” la salutano Bino e Bina.
“Ciao,bambini….ma che fate qui da soli? C’è tanto freddo e sta piovendo.”
“Dobbiamo arrivare fino alla montagna, stiamo cercando i nostri genitori” spiega Bino.
“Fino a lassù? Oh, poveri piccoli. Prendete le mie provviste allora. Vi saranno utili. Io ne cercherò delle altre”
“Grazie”
“Venite sulla mia schiena. Vi darò un passaggio. Prendete una foglia e la useremo come ombrello”
E così, dopo avere preso una grande foglia d’acero, Bino e Bina si lasciano trasportare dalla formica.
La formica li lascia davanti ad un lago, dopo avere attraversato buona parte del bosco.
“Mi dispiace ragazzi ma non posso accompagnarvi oltre. Io non so nuotare. Vi auguro tanta fortuna”
I due folletti salutarono la formica, riconoscenti.
Adesso come avrebbero fatto?

 

Bino e Bina erano sconsolati. Neanche loro sapevano nuotare e quel lago sembrava talmente profondo!
Ad un tratto, in mezzo all’erba,sentirono un allegro gracidare. Una buffa rana a pois li fissava, canticchiando.
“Cra,cra….chi siete, bambini?” . Sembrava contenta di vedere qualcuno in quel posto solitario.
“Siamo Bino e Bina, signora rana. Forse tu puoi aiutarci. Dobbiamo attraversare il lago e non sappiamo nuotare”
“Cra, cra” la rana saltella verso di loro “Nuotare è la mia specialità. Certo che posso aiutarvi. Vedete quelle grosse foglie sull’acqua? Sono foglie di ninfea e sono molto resistenti. Possiamo saltare da una foglia all’altra e arriveremo sull’altra sponda”
Così fecero e si divertorono un mondo mentre l’acqua schizzava sulle loro scarpe da folletto e sui loro visi.
“Grazie, amica rana” dissero Bino e Bina.
“Grazie a voi, bambini. Questo posto è talmente noiso in inverno. Fa freddo e nessuno viene qui a pescare o nuotare. Mi avete fatto compagnia. Potreste rimanere ancora con me”
“Mi dispiace ma dobbiamo arrivare fino a quella montagna, per cercare mamma e papà”
“Oh, ragazzi. Purtoppo non posso accompagnarvi oltre. Noi rane non possiamo stare troppo tempo lontane dall’acqua. Ma vi auguro tanta fortuna”
E così Bino e Bina riprendono il loro cammino.

Ma le difficoltà, per i nostri amici, non erano finite. Una volta attraversato il lago, Bino e Bina si trovano davanti ad un immenso campo di giganteschi fiori, talmente alti che i due folletti, tanto piccoli, si perdono in mezzo ai fili d’erba e no riescono a vedere la montagna. Che direzione dovevano prendere?
Per fortuna passava di lì un’ape, che volava di fiore in fiore in cerca di buon nettare.
“Hey, signora ape” chiama Bina.
“Zzzzz…chi mi chiama?”
“Siamo qui, giù”
“Non vedo nessuno” disse l’ape, abbassandosi in volo.
“Siamo folletti” spiega Bino, agitando le mani per farsi notare.
“Oh, eccovi. In cosa posso aiutarvi?”
“Non capiamo che direzione prendere per arrivare alla montagna”
“Capisco….seguitemi….io so volare più alto di questi fiori e vi indicherò la giusta direzione”
E così Bino e Bina la seguono, attraversando il campo di fiori, respirando quel buonissimo profumo.
“Eccoci arrivati” dice l’ape, posandosi su un filo d’erba “Ho sentito parlare di due bambini che cercano i loro genitori, siete voi?”
“Si, siamo noi”
“Allora vi auguro tanta fortuna ,amici miei. Vorrei aiutarvi di più ma noi api non possiamo volare lontano come gli uccelli”
“Va bene, ape. Grazie tante per il tuo aiuto”

Il sole ormai è alto quando i due folletti arrivano ad una grande radura verde, piena di fiori rossi.
Sentono in lontananza il rumore degli zoccoli di un cavallo ed il suo nitrito e vedono un esemplare marrone, dalla lunga criniera bionda, come la sua coda.
“Siete voi Bino e Bina?” chiede il cavallo, fermandosi davanti a loro.
“Siamo noi” rispondono i due fratelli, stupiti “Come conosci i nostri nomi?”
“Sono un amico dell’ape che avete conosciuto. L’ho incontrata mentre galoppavo nel campo di fiori e mi ha chiesto di aiutarvi. Salite in groppa. Vi porto alle falde della montagna”
Bino e Bina salgono sulla schiena del cavallo e assaporano l’aria frizzante della mattina, che odorava di rugiada e terra bagnata. Stare su un cavallo al galoppo era come essere dondolati in una morbida culla.
Intanto si allontanano dalla radura e tutto intorno, ora, è pieno di pini e abeti su cui si arrampicano scoiattoli. Il terreno è umido, coperto di muschio di un verde intenso.
Alzano gli occhi e finalmente la montagna è lì, davanti a loro, in tutta la sua imponenza.
Il cavallo si ferma e li fa scendere. “Eccoci, amici. Le mie zampe non mi permettono di arrampicarmi su quelle rocce. Dovrete fare da soli. Ma vi auguro tanta fortuna, piccoli”
“Grazie, signor cavallo”

Bino e Bina sono felici. Sanno che devono ancora fare strada ma sono già ai piedi della montagna e si sentono più vicini a mamma e papà.
In mezzo a quegli alberi fa tanto freddo e loro avrebbero bisogno di scaldarsi.
Mentre camminano sul terreno morbido, coperto da erba e muschio, vedono una grande tana scavata su un albero secolare. Dentro c’è un fuoco scoppiettante e degli scaffali pieni di cibo. Uno scoiattolo giallo passeggia alle radici dell’albero.
“Signor scoiattolo” chiama Bino “Potremmo riscaldarci un po’ nella tua casa?”
“Siete soli? Con questo tempaccio?” chiede lo scoiattolo.
“Si. Dobbiamo arrivare fino alla cima”
“Cari bambini, non potete farlo adesso. Presto arriverà la notte. Vi ospiterò a casa mia fino a domani mattina. Al sorgere del sole , potrete riprendere il cammino”
E così, dopo aver mangiato ed essersi scaldati, Bino e Bina si addormentano sereni, sotto una calda coperta di foglie.

Quando si svegliarono ,l’indomani mattina, i raggi di un sole tiepido entravano nella tana. Il fuoco era stato spento e, sul tavolo, c’erano nocciole, noci e castagne che lo scoiattolo aveva preparato per loro.
“Buongiorno, bambini” li salutò lo scoiattolo, mentre sgranocchiava una nocciola appena raccolta.
“Buongiorno, signor scoiattolo”
“Mi chiedevo perché dovete arrivare fino alla cima di questa montagna. La salita è molto ripida persino per le mie zampe”
“ In cima ci sono i nostri genitori. La strega Brumilde li ha portati lì con un vento magico”
Lo scoiattolo strabuzzò gli occhi tondi e scuri. “La strega Brumilde? Non dovreste mettervi contro di lei. Non da soli” lo scoiattolo si grattò il mento, pensieroso “Dovrei presentarvi una mia cara amica, la fata della montagna”
“Esiste una fata della montagna?” chiese Bina, affascinata da quell’idea.
“Certo che esiste. Protegge questo monte e tutti i suoi abitanti”
“E ce la farai conoscere?”
“Ma certo, amici miei. Seguitemi”
Percorsero un sentiero ripido e roccioso che si arrampicava su per la montagna. Si fermarono a bere acqua fresca da un ruscello . Ad un tratto si trovarono di fronte a tre torri incantate. Tutto era piano di colori. Le torri, gli alberi, l’erba. E lì vicino stava in piedi una deliziosa fatina. Aveva lunghi capelli biondi raccolti sulla testa, su cui si intrecciavano fili d’erba e fiori. Un fiore era sistemato intorno al collo, come fosse il colletto di una camicia e la sua gonna era fatta con petali di fiori colorati.
“Bino e Bina” disse la fata, appena li vide, rivolgendo loro un sorriso “Vi stavo aspettando”
“Ci stavi aspettando?”
La fata annuì, muovendo le leggere ali celesti, . “Si. I miei sogni mi avevano detto che sareste arrivati a cercare il mio aiuto, per liberare i vostri genitori dall’incantesimo della strega Brumilde”
“Tu puoi aiutarli?” chiese lo scoiattolo, speranzoso.
“Si, posso. I miei poteri sono superiori.” Estrasse dai petali della sua gonna una bacchetta magica piccola e luminosa e la puntò verso di loro “Tra breve rivedrete la vostra mamma e il vostro papà, miei cari bambini”
La fata chiuse gli occhi e mosse la bacchetta “Fiori di montagna, alberi rossi, foglie a forma di cuore…che questi due bambini ritrovino la loro fonte d’amore”

All’improvviso, Bino e Bina si ritrovano in cima alla montagna, in un’enorme bolla colorata, piena di stelle. Dentro si trova un gigantesco fungo e lì finalmente possono riabbracciare la loro mamma ed il loro papà.
I due folletti hanno imparato tanto da questa avventura. Hanno imparato che non bisogna mai arrendersi di fronte alla difficoltà e che il coraggio e la tenacia vengono premiati.
Hanno imparato anche che avere degli amici nella vita è una cosa importante ed una grande risorsa. Non sarebbero mai arrivati alla fine di quest’avventura senza gli amici che hanno incontrato lungo la strada: la formica, l’ape, il cavallo e tutti gli altri. Ognuno di loro ha dato l’aiuto che poteva, a seconda delle sue capacità. La formica con le sue provviste, la rana perché sapeva nuotare, il cavallo perché aveva lunghe zampe, l’ape perchè sapeva volare.
Adesso possono tornare a casa, di nuovo con il cuore pieno di felicità.