MAMMA AMICA / I RAGAZZI ED IL CELLULARE
I ragazzi oggi hanno una sorta di
'dipendenza da cellulare'. Il
cellulare è un pò come un'appendice
della loro mano. Lo controllano in
continuazione, riescono a mandare
messaggi persino mentre corrono
o parlano al telefono con qualcuno.
Se il cellulare sta per scaricarsi entrano
nel panico, se si rompe per qualche motivo
hanno un attacco di isteria. Come se fosse
la loro aria e non si potesse vivere senza.
E se in qualche luogo non c'è campo?
Non è un luogo in cui ci si può recare,
assolutamente. Le telefonate, in realtà,
sono poche. Sono più i messaggi su
WhatsApp o gli audio o l'uso dei social.
Che poi, mi chiedo, se devo mandare un
audio di venti minuti, non è meglio
chiamare quella persona?
Se devo scrivere un messaggio tanto lungo
da doverlo dividere in più parti, non è
meglio una telefonata? E , se si abita vicino,
vedersi per mezz'ora?
Come facevamo ai nostri tempi. A scuola
magari ci si metteva d'accordo per vedersi
dopo i compiti per chiacchierare nel giardino
di fronte al palazzo o chiuse nella propria
stanzetta, mentre si ascoltava un pò di musica.
O magari, per organizzarsi, si chiamava al
telefono fisso. Ma dovevi essere fortunato a non
trovare occupato e comunque non potevi
intrattenerti molto al telefono perchè i tuoi
genitori aspettavano qualche chiamata o
la bolletta sarebbe salita a fine mese.
E se non eri a casa...niente.
Adesso siamo tutti sempre rintracciabili,
ovunque siamo. Comodo da un certo
punto di vista....opprimente dall'altro.
E se non rispondi....non sfuggi ugualmente.
A quel punto parte il messaggio e, comunque,
il telefono registra la chiamata non risposta.
Non hai scuse, insomma.
A me, che sono cresciuta in altro modo, sembra
una limitazione della libertà personale, dello
spazio vitale. Ma i ragazzi la vedono al contario.
Si sentono liberi di comunicare in ogni luogo e istante.
Loro sono abituati a condividere tutto. Si mandano la
foto di ciò che mangiano a colazione, si fotografano
davanti allo specchio per comunicare in via preventiva
cosa indosseranno o addirittura per fare un piccolo
sondaggio sul look migliore. Se devono fare shopping
si chiudono nei camerini e si fanno delle foto per chiedere
agli altri del gruppo cosa è meglio comprare.
Non so...condividere è una cosa bella....ma proprio
tutto? Ogni singolo momento?
In questo modo...quando si sta da soli? E' importante
avere qualche piccolo spazio in cui si è da soli con se stessi.
Sembra che oggi i ragazzi non ne abbiano esperienza.
Non smettono di comunicare neanche di notte. Chi non
dorme continua a scrivere e qualcuno che risponde lo
trova comunque. Così non c'è tempo per pensare,
per riflettere in solitudine.
E ci sono nuove regole di comunicazione. Se ti mandano
un messaggio devi visualizzarlo al più presto o sarà
come dire a quella persona che non hai voglia di sentirla.
E, se visualizzi, devi anche rispondere perchè altrimenti
sarà come lasciare tutto e metà. E se i tuoi amici
postano una nuova foto su Instagram, devi mettere un like.
Mi sembra una sorta di schiavitù emotiva.
Per non parlare dei malintesi che si creano. Comunicare
senza guardarsi negli occhi, senza ascoltare il tono della
voce, può essere rischioso. Le parole scritte si possono
fraintendere, al di là delle faccine varie.
L'evoluzione della tecnologia è una cosa decisamente
positiva. E' l'uso che facciamo degli oggetti
tecnologici il problema.
I genitori si lamentano di continuo dell'uso eccessivo
dei cellulari da parte dei figli. Ma abbiamo dimenticato
che, in quanto genitori, noi abbiamo il dovere di dare
delle regole? Siamo noi che dobbiamo limitare l'uso
che ne fanno.
La verità è che spesso i genitori usano il cellulare
esattamente quanto i figli.
Non immaginate quante volte, negli ultimi anni, ho
ascoltato ragazzi o bambini lamentarsi di quanto
le mamme stanno al cellulare a chiacchierare o
scrivere messaggi o giocare, mentre loro
vorrebbero attenzione. Questo fa un pò
sorridere ma basta guardarsi intorno. Gli adulti, quelli
che si lamentano di quanto i figli stanno al cellulare,
spesso sono gli stessi che lo usano mentre guidano,
mentre corrono, mentre mangiano.
Non siamo più educati alla solitudine, a quegli
attimi con noi stessi che ci permettono di
conoscerci, di sentire ciò che proviamo.
Bisogna che i nostri figli imparino anche
a stare un pò da soli, per ascoltarsi!!