MAMMA AMICA / Willy il rospo
Il piccolo Willy è un rospo solamente
e questo non gli va giù per niente,
avrebbe voluto essere un cigno o magari un'aquila reale
allora si che non sarebbe stato niente male,
chi non ammira quelle lunghe penne bianche
o le grandi ali di un'aquila di volare mai stanche,
lui invece è piccolo e ha la pelle squamosa
ma vorrebbe averla liscia come i petali di una rosa,
non vive nel cielo azzurro o in un prato profumato
di quello non si sarebbe lamentato,
abita invece in un verde stagno
dove il massimo divertimento è fare un bagno,
ma lui sogna grandi avventure
lotte, draghi, lucenti armature,
ma sognare non gli può certo bastare
il mondo è grande e lo vorrebbe esplorare.
Così quando vicino allo stagno passa un treno
decide di saltare su in un baleno.
non sa dov'è diretto o qual è la destinazione
ma per lui è una grande occasione.
In una carrozza entrò e si nascose
quante c ene erano di cose!
valigie, zaini, sacchi e sacchettini
e davanti a lui si muovevano piedi grandi e pedini.
C'era musica, chiacchiere, voci
mentre le ruote del treno si muovevano veloci.
Il fischio del treno arrivò all'improvviso
ed un pizzico di paura si potè vedere nel suo viso,
decise di spostarsi da quel vagone
per lui c'erano troppe persone;
si spostò nel vagone animali
con mucche, cavalli e maiali.
"Ehi, amici" con un saluto Willy salutò
ma nessuno di attenzione lo degnò,
"Anche voi siete in cerca di avventura?
Finalemnte siamo lontani dalla solita natura!"
"Non vedo l'ora di vedere una città
chissà quante cose ci saranno da fare là.
Mi ero stancato della solita vita
avevo bisogno di una lunga gita.
E voi dove pensate di andare?"
chiese, tanto per chiacchierare.
Un cavallo si voltò a guardarlo
"Ehi, amico. Meglio che non parlo.
Mi stanno portando in una stalla
non sarò più libero come una farfalla,
un aratro dovrò trainare
passerò la giornata a faticare,
niente più galoppate sul mio immenso prato
niente più mele attraverso lo steccato"
"Oh, mi dispiace, amico, davvero"
disse Willy con animo sincero
"Io invece in una fattoria verrò portata" dice una mucca,. sconsolata
"Dovrò fare il latte anche quando mi sarò stancata"
Willy prova pietà
lui sa quanto è importante la libertà.
Quando arriva a New York è sbalordito
gli sembra di toccare il cielo con un dito,
taxi gialli, altissimi grattacieli e tanta confusione
ha difficoltà a camminare tra tutte quelle persone.
La città è magnifica ma Willy non si sente tranquillo
si sente sballotatto come un birillo.
Troppo caos, troppo cemento
Willy sentiva di avere un ripensamento.
Al'improvviso gli mancava il suo stagno
le libellule, le rane, fare il bagno.
Si diresse velocemnte al parco
e si sistemò sotto un ponte con l'arco.
Almeno lì c'era l'acqua, un prato, il cielo aperto
ma era tutt'altro che deserto,
c'erano troopi adulti e troppi bambini
cani, gatti, tanti passeggini.
Non riusciva sentire il guizzo dei pesci o le rane gracchiare
Willy a casa voleva ritornare.
Chi diceva che bisognava per forza allontanarsi da casa
per vivere un'avventura?
Gliene dava tante possibilità anche la natura.
D'ora in poi non si sarebbe più lamentato
e per un bel pò dal suo stagno non si sarebbe allontanato.
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